“Come è stato lavorare a Venezia con il matrimonio di Bezos?”

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Una domanda che ci è stata fatta più volte negli ultimi giorni, tra un brindisi e un cambio di scarpe (sì, anche i planner hanno i tacchi di emergenza). E la risposta, ve lo anticipiamo subito, è: splendidamente folle.

Mentre Venezia vibrava tra gli scioperi locali, quelli nazionali, i soliti problemi logistici (perché a Venezia, si sa, l’unica cosa che scorre liscia è l’acqua… quando non ci sono scioperi dei vaporetti), Lux Wedding & Event Studio, in collaborazione con i meravigliosi colleghi di Once Extraordinary Events  e Brilliant Communication, era sul campo a orchestrare un evento importante. E proprio lì, a poche calle di distanza… c’era l’altro matrimonio. Quello di Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Dettagli? Non possiamo dirli (NDA mon amour), ma vi possiamo confermare una cosa: sanno decisamente il fatto loro.

Nessun caos. Anzi.

Contrariamente alle aspettative apocalittiche (del tipo “non ci sarà più un taxi acqueo nemmeno per San Marco”), Venezia ha retto benissimo. Certo, l’alta stagione si fa sentire, ma la città ha mantenuto il suo ritmo elegante e, anzi, sembrava quasi brillare di più – sarà stata l’energia positiva degli eventi, o forse solo il riflesso delle luci sulle gondole VIP.

Sorpresa: gli invitati non sono turisti!

Sfatiamo un mito: gli ospiti di questi eventi non sono turisti mordi e fuggi. Non riempiono i ponti con lo zaino da campeggio e il panino avvolto nella stagnola. Arrivano, spesso con inviti esclusivi, pernottano in hotel di fascia alta, mangiano nei ristoranti locali (stellati e non), si affidano a servizi di trasporto, sicurezza, fioristi, artigiani, tecnici, e… wedding planner (ovviamente!).

In pratica, attivano una filiera economica reale, che va ben oltre il giorno dell’evento. Ed è giusto ricordarlo: un evento privato ben organizzato non genera overtourism, ma opportunità.

Il matrimonio come risorsa, non come problema

Lo diciamo con un sorriso, ma con decisione: i matrimoni privati non sono un fastidio da tollerare tra uno spritz e l’altro. Sono una risorsa. Portano valore, lavoro, visibilità internazionale, e – se gestiti con criterio – arricchiscono il territorio senza svuotarlo di autenticità.

In conclusione…

Lavorare a Venezia, con o senza Bezos nei paraggi, è sempre una sfida meravigliosa. E ogni volta ci ricorda perché facciamo questo mestiere: perché dietro ogni evento c’è magia, organizzazione, arte, e soprattutto una città che – nonostante tutto – sa ancora incantarci come la prima volta.

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